Ambulanze senza medici in area montana, gli infermieri: “Basta allarmismi”
Scritto il 15/07/2025
da Redazione
La riorganizzazione del servizio 118 nell’Alto Frignano - che coinvolge una dozzina di Comuni nel Modenese e un popolazione di 42 mila abitanti- è al centro di uno scontro politico-sindacale che dura ormai da settimane, sfociato in una interrogazione al ministro della Salute Schillaci che punta il dito contro “il taglio del Medical Emergency Team nel territorio del Frignano”. A sollevare il caso è stato lo Snami, critidando l’Ausl Modena per il mancato rinnovo dei contratti in scadenza dei medici dell'emergenza impiegati nell'Alto Frignano.
Sul caso intervengono anche Opi Modena e la Siiet
Riorganizzazione del servizio 118 nell'Alto Frignano, interrogato il Ministro Schillaci.
Basta fomentare timori infondati su tagli e presunte criticità nell’assistenza sanitaria, “i cittadini del Frignano possono contare su una risposta del 118 integrata efficace ed efficiente".
Lo garantisce l'Ordine delle professioni infermieristiche di Modena che interviene sulla riforma del servizio 118 in area montana, oramai al centro di un forte scontro politico-sindacale.
Le rassicurazioni degli infermieri arrivano infatti dopo settimane di denunce e tensioni tra un sindacato di area medica, Ausl Modena e politica, sfociato nell’interrogazione al ministro della Salute Orazio Schillaci, presentata dalla senatrice della Lega Elena Murelli, che denuncia "il taglio del Medical Emergency Team nel territorio del Frignano”.
L’interrogazione al ministro Schillaci sui pericoli per la salute pubblica
La senatrice chiama in causa il ministro - che dovrà risponderne in parlamento - accusando l’Ausl di Modena di lasciare "l'intera area appenninica di ben 689 chilometri quadrati con un solo presidio operativo d'urgenza a Pavullo e una singola auto medica - priva di medico - a Fanano". Cioè una zona montana, "con una viabilità difficile - spiega - spesso bloccata da neve o frane, dove ogni minuto può fare la differenza tra la vita e la morte”.
È inaccettabile dunque, secondo Murelli, pensare di lasciare interi comuni “senza una copertura medica efficace in caso di emergenze". Di qui il richiamo al ministero della Salute affinché “verifichi se tale riorganizzazione sia conforme agli standard previsti dal decreto ministeriale 70/2015” e se - addirittura - “non rappresenti un concreto pericolo per la salute pubblica".
Nel primo semestre 2025 un intervento medico ogni 2,2 giorni
L’Ausl fornisce in dettaglio i dati sulla frequenza con cui i medici sono stati attivati dal 118 che hanno rilevato come il loro impiego sia “saltuario e discontinuo”.
I dati: nel primo semestre 2025 nell'area di Fanano, Sestola e Montecreto su 496 chiamate totali al 118, gli interventi dei medici d'emergenza sono stati 81, un intervento ogni 2,2 giorni, di cui solo due su codici con alta gravità. Una curva "analoga" dei dati è stata registrata anche per l'estate 2024 e per il 2023.
Nell’Alto Frignano un mezzo di soccorso ogni 9.400 abitanti
Ad oggi l'Alto Frignano è dotato di tutti i mezzi su gomma, a cui si affianca l'elisoccorso. Rispetto agli standard, che prevedono un mezzo di soccorso avanzato ogni 60.000 abitanti, nel distretto montano si configura una dotazione di 4,5 mezzi di soccorso avanzato per circa 42.000 abitanti residenti.
Questo significa, spiega l’Ausl, che nell'Alto Frignano c'è un mezzo ogni 9.400 residenti circa, fotografando “una dotazione sei volte superiore a quanto previsto” e che rimangono “superiori ai normali standard” anche se si considera l'estensione geografica del territorio.
Tali rapporti non si modificano in maniera sostanziale anche ipotizzando il raddoppio della popolazione nel periodo estivo". Su queste basi, dunque, sentenziano i manager: "Non si ritiene vi sia alcuna riduzione dei livelli di garanzia e sicurezza territoriale, ben superiori ai riferimenti nazionali".