La Centrale Unica di Palmanova, gestita dal personale infermieristico della Sores, la Sala Operativa Regionale Emergenza Sanitaria che dal 2014 coordina in maniera unificata la gestione del soccorso sanitario in Friuli Venezia-Giulia, rischia di non essere più nelle condizioni di garantire la piena operatività del servizio sino addirittura al blocco, a partire dal mese di novembre, a causa di numerose dimissioni volontarie e domande di mobilità presentate da una dozzina di infermieri negli ultimi mesi.

Denuncia Fials: con 30% infermieri in uscita il servizio è a rischio

Preoccupante la situazione alla CU di Palmanova: a causa di numerose dimissioni e domande mobilità la Sores richia di non essere più pienamente operativa.

La denuncia arriva dal sindacato Fials che esprime forte preoccupazione per la situazione d'allarme generata dall'uscita di dodici infermieri. Ciò comporterebbe infatti una significativa riduzione del personale di circa il 30%, tenendo conto che l'organico Sores a pieno regime dovrebbe contare su 45 unità, come si evince dai dati regionali forniti alle organizzazioni sindacali.

Il problema registrato a Palmanova è stato sollevato dal presidente degli Ordini degli Infermieri del Fvg, Luciano Clarizia, dirigente infermieristico della Sala Operativa Regionale Emergenza Sanitaria, e dal coordinatore infermieristico Federico Nadalin.

Sembra che nella Sores si continui a manifestare un profondo malessere tra il personale infermieristico che risponde quotidianamente alle chiamate di emergenza urgenza, commenta il segretario regionale della Fials, Fabio Pototsching specificando che gli infermieri che hanno presentato le dimissioni volontarie, che si concretizzeranno da novembre dopo il preavviso, sono sette e che altri cinque hanno chiesto di essere trasferiti presso l'Azienda di Udine AsuFc.

Sebbene si preveda che a questi ultimi con sarà concesso il nulla osta per la mobilità interna vista la carenza in corso, Pototsching spiega che la situazione resta preoccupante.

Se la turnistica di ottobre risulta coperta con l'attuale organico, prospettiamo una scopertura di 2400 ore per novembre e dicembre, denuncia in una lettera inviata alla direzione generale dell'Arcs, l'Azienda Regionale di Coordinamento per la Salute.

Nella nota si suggerisce al dg Joseph Polimeni, che per ora ha rimandato ogni dichiarazione, di concordare con le tre aziende sanitarie - AsuFc, AsFo e Asugi – la possibilità di usufruire di infermieri già in possesso di alcune competenze di centrale operativa e di formarli durante il mese di ottobre con le necessarie ore di formazione nonché di avviare nel minor tempo possibile la rotazione con il personale, come previsto dalla convenzione.

Non basta scrivere un Piano, attacca il segretario Fials riferendosi al nuovo Peu, il Piano dell'emergenza urgenza che prevede anche la stipula di convenzioni tra le Aziende per la rotazione tra il personale infermieristico della Sores e le varie postazioni di emergenza territoriali.

Sarebbe stato piuttosto opportuno ascoltare i professionisti che hanno contestato la stesura di questo piano ed hanno proposto soluzioni alternative che tuttavia non sono mai state prese in considerazione, rimarca.

Anziché creare ulteriori disagi agli infermieri dipendenti delle Aziende regionali, si potrebbe utilizzare la centrale operativa di Trieste ed anche quella di backup presente in città presso Insiel, suggerisce Pototsching spiegando che si tratta di quattro-cinque postazioni che potrebbero essere in grado, nel giro di una settimana, di supportare gli infermieri della Sores facendosi carico di una parte delle chiamate, riducendo così il numero di quelle gestite dalla centrale di Palmanova in difficoltà per l'importante carenza di organico che incomincerà a farsi sentire nei prossimi due mesi.

Nello stesso tempo si eviterebbe anche che il personale delle tre Aziende sia costretto ogni giorno a trasferirsi a Palmanova per sopperire a tale carenza in orario aggiuntivo, cioè oltre quanto contrattualmente previsto, aggiunge sottolineando che tali soluzioni erano già state ventilate nel 2020 dal governatore della Regione Fedriga, che non escludeva affatto l'opzione di avere in Friuli Venezia-Giulia due centrali operative anziché una soltanto.