Piemonte, maggiore autonomia agli infermieri in ambulanza

In Piemonte le ambulanze del servizio di emergenza sanitaria saranno senza medici ed avranno a bordo infermieri altamente specializzati che, supportati da una serie di algoritmi clinico assistenziali infermieristici (Acai), potranno assicurare un’analgesia corretta e un trasporto sicuro verso le strutture sanitarie appropriate. In situazioni particolari e in accordo con la centrale operativa 118, si confronteranno con il medico, in servizio a distanza. È quanto stabilisce un progetto innovativo di Azienda Zero, un dispositivo voluto dagli infermieri per gli infermieri – commenta Ivan Bufalo, presidente Opi Torino - uno strumento operativo destinato al personale infermieristico, volto al trattamento delle patologie più frequenti in situazioni di emergenza. Gli Algoritmi Infermieristici, approvati dal Collegio Tecnico del Soccorso di Azienda Zero, includono procedure per la somministrazione dei farmaci analgesici stupefacenti.

Nuovi algoritmi per l'emergenza preospedaliera della Regione Piemonte

In Piemonte le ambulanze saranno senza medici e gli infermieri verranno supportati da algoritmi clinico assistenziali infermieristici.

L’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino ha espresso grande soddisfazione per l'adozione degli Algoritmi Clinico Assistenziali Infermieristici, che delinea un passo significativo per il Sistema di Emergenza Sanitaria Preospedaliera della Regione Piemonte.

Nato con l’obiettivo di fornire una risposta sempre più sicura ed efficace alle persone che ricorrono alle cure dei nostri colleghi operanti a bordo dei mezzi di soccorso 118 - spiega Bufalo - questo progetto ha preso forma con la costituzione dell’Azienda Sanitaria Zero nel 2022, che ha assunto la gestione delle attività di emergenza-urgenza extraospedaliera. È stato creato un gruppo di lavoro composto da medici e infermieri per sviluppare uno strumento operativo destinato al personale infermieristico, volto al trattamento delle patologie più frequenti in situazioni di emergenza.

Il gruppo di lavoro - spiegano ancora da Opi Torino -, guidato dal Dott. Marco Pappalardo, responsabile del settore Formazione e Qualità per il Personale dell’Emergenza e Urgenza, ha operato con rigore metodologico, basandosi sulle migliori evidenze scientifiche e linee guida internazionali. Gli Algoritmi Infermieristici, approvati dal Collegio Tecnico del Soccorso di Azienda Zero, includono procedure per la somministrazione dei farmaci analgesici stupefacenti, completando così lo strumento operativo.

Gli infermieri nel sistema dell’emergenza devono affrontare interventi complessi e rapidi per supportare le funzioni vitali e garantire la sopravvivenza dei pazienti. In questo contesto, uniformare le procedure di valutazione e trattamento, assicurando un’analgesia corretta e un trasporto sicuro verso le strutture sanitarie appropriate, rappresenta la miglior risposta alle esigenze di salute nelle situazioni di emergenza-urgenza (Ivan Bufalo, presidente Opi Torino)

Tra le province non mancano perplessità e giudizi negativi

Il progetto, nato anche allo scopo di trovare una soluzione alla grave carenza di medici, è stato definito dalla Regione Piemonte un passo avanti enorme che dimostra quanto si sia investito nella formazione dei professionisti della sanità, non senza suscitare perplessità.

Mentre manca ancora una presa di posizione ufficiale dell'Ordine dei Medici, sono numerosi gli amministratori locali che stanno esprimendo disappunto e scetticismo per l'iniziativa regionale, contestando il progetto e giudicandolo negativamente.

Pur riconoscendo che l'infermiere specializzato(LINK: INFERMIERE IN AMBULANZA) è un professionista laureato con una solida preparazione, molti sindaci ritengono che certe competenze avanzate siano ancora esclusive dei medici in quanto la loro preparazione è teoricamente superiore. Sulla salute non si deve sottovalutare niente, ribadiscono sostenendo le ragioni dei propri dubbi sulla questione.

L'ambulanza medicalizzata sinora ha funzionato e ha salvato vite. Ben venga l'innovazione tecnologica ma ad una prima lettura del provvedimento mi pare che si voglia innovare un campo delicato, la sanità in primis e l'emergenza.

Così il sindaco di Novi, Rocchino Muliere, esprimendo diffidenza. Mi sarei aspettato inoltre un maggiore coinvolgimento del territorio, magari informando i sindaci delle città con presidi ospedalieri perché un cambiamento di questo genere va spiegato alla popolazione, rimarca.

A parole siamo tutti d'accordo che serve rafforzare il personale medico e paramedico della sanità pubblica. Ma bisogna farlo nei fatti, non solo nella sanità di emergenza ma in ogni ambito ospedaliero. Serve poi del tempo per comprendere questo provvedimento, precisa riconoscendo che non è di semplice comprensione.

Si limita ad esprimere preoccupazione, analizzando con prudenza la novità, il sindaco di Ovada, Gianfranco Comaschi. Lamenta sia la scarsità di informazioni fornite agli amministratori locali che sono venuti a sapere del progetto soltanto a margine sia il loro mancato coinvolgimento in una decisione di questa portata: Con tutto il rispetto per la professione infermieristica, non nascondo qualche timore legato al fatto che, in un momento di criticità acuta come quello nel quale si richiede il soccorso di un'ambulanza, ci si possa ritrovare senza un medico come interlocutore. Pur comprendendo la necessità di far quadrare conti e numeri, credo che questo imponga una riflessione molto seria sul fatto che la politica dei tagli continui non porta buoni frutti.

Dietro la certificata qualità professionale degli infermieri, sarebbe stato meglio ammettere sinceramente che scarseggiano i medici - incalza il sindaco di Rosignano, Cesare Chiesa -. All'evidente mancanza di personale, la risposta non è l'algoritmo ma una studiata politica di assunzioni, rimarca sottolineando come sia ampiamente dimostrato che la presenza di un medico a bordo dell'ambulanza è determinante nell'evoluzione dell'emergenza soprattutto se si tiene conto dell'alta percentuale di anziani distribuiti in un ampio territorio frammentato come quello piemontese. Nelle situazioni più gravi e delicate la presenza di un medico può essere concretamente una sicurezza per il paziente durante le operazioni di soccorso, conclude.

Avrei piuttosto sperato nel potenziamento di un servizio che riconosciamo funzionare bene e che non andrebbe toccato. Pur rispettando la professionalità degli infermieri, l'eventuale perdita dei medici sulle ambulanze è un peggioramento di quanto abbiamo oggi, fa sapere il sindaco di Cerrina, Marco Cornaglia secondo il quale la pronta azione del 118 nelle località periferiche di un territorio non agevole può essere davvero decisiva e positiva.

È di parere favorevole, invece, il sindaco di Tortona, Federico Chiodi, secondo il quale lo scenario non è affatto preoccupante ed il progetto regionale rappresenta uno sforzo ulteriore dei professionisti sanitari del Piemonte per dare un servizio migliore ai cittadini che si rivolgono al 118.

Ritiene che l'implementazione degli algoritmi e il miglioramento delle tecnologie per supportare i professionisti della sanità siano passi significativi in avanti per garantire una migliore assistenza nei casi di emergenza. Dovremo poi verificare l'effettiva efficacia di questo strumento e come sindaci ci faremo pertanto portavoce delle istanze dei cittadini nelle sedi opportune deputate al dialogo con la sanità regionale e dell'Asl, conclude.