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Come si diventa infermieri in Europa

Non si può parlare di un corso di laurea europeo in Infermieristica. Le differenze sono tante, vediamo come funziona in alcuni paesi europei.

Diventare infermiere in Francia

In Oltralpe l’ultima riforma in tema di percorsi di studio risale al 1992. Si viene ammessi ai corsi di infermieristica, le cui iscrizioni sono a numero chiuso, con il conseguimento del titolo di maturità, in mancanza di quest’ultimo occorre avere dai tre ai cinque anni di esperienza lavorativa nel settore sanitario. Età minima richiesta, 17 anni. È il ministero della Sanità francese che coordina i centri di formazione di nursing e il corso si conclude con il rilascio del “Diploma d’Etat d’Infirmier” a seguito di una valutazione globale in termini di crediti, dove ciascun credito equivale a 20 ore d’impegno da parte dello studente.

L’iter formativo si articola in 136 settimane complessive (pari a 4760 ore), di cui 132 (4620 ore) sono le settimane previste per l’insegnamento. Nello specifico: quello teorico obbligatorio ha una durata di 2080 ore, la parte teorica opzionale ha una durata di 160 ore, 1680 ore è la durata degli stage clinici obbligatori, mentre 700 ore quella degli stage di cui dispongono gli insegnanti.

Poi sono previste quattro settimane (140 ore) da dedicare agli stage pedagogici. Il tirocinio, ripartito in modo equilibrato nei tre anni di corso e che prevede l’obbligo di sostenere almeno due settimane di turno notturno tra il secondo e il terzo anno, viene svolto nel modo seguente: otto settimane in medicina, otto settimane in chirurgia, otto settimane in salute mentale o psichiatria, otto settimane in sanità pubblica, otto settimane in geriatria, quattro settimane in pediatria e altre quattro in rianimazione, cure intensive, urgenze e sala operatoria. Le teorie e i modelli che rappresentano gli standard di riferimento nell’ambito della formazione infermieristica francese sono quelli di V. Henderson, D. Orem e M. Rogers.

Se in possesso del titolo di base e previo superamento del test di ammissione, si può accedere al percorso formativo post-base che consente di scegliere fra tre specializzazioni: infermiere pediatrico, di anestesia o di sala operatoria. In questi ultimi due casi sono però necessari almeno due anni di esperienza professionale; inoltre, solo per l’infermiere di anestesia è richiesto espressamente il titolo specifico. Con un’esperienza lavorativa di almeno cinque anni, è invece possibile optare per un corso che abilita alle funzioni di infermiere manager o docente, della durata di 9 mesi.

Come si diventa infermieri in Germania

In questo Stato Federale sono i singoli Lander ad avere la responsabilità delle cure ospedaliere ed extraospedaliere, in un’ottica di decentramento nella gestione della sanità. Stessa cosa per la formazione infermieristica: i regolamenti che ne disciplinano i contenuti in linea generale sono contenuti nella legge federale, è poi ciascun Lander che imposta il proprio corso, avvalendosi delle raccomandazioni emanate dall’equivalente del nostro collegio professionale, ossia il Dkg, Deutsche Krankenhausgesellschaft.

Innanzitutto l’iter formativo di base consente la scelta tra i seguenti corsi: infermiere generale, infermiere pediatrico, ostetrica, assistente infermiere e assistente geriatrico. Quest’ultimo, a dire il vero, va considerato come una sorta di assistente sociale per gli anziani, data la funzione più sociale che sanitaria. Il possesso di diversi requisiti è il presupposto per la relativa ammissione: un’età minima di 17 anni, una sana e robusta costituzione fisica e mentale e il non aver riportato condanne. Relativamente all’istruzione, invece: l’aver portato a termine la scuola superiore o, quanto meno, dieci anni di scolarità. Inoltre, sono richiesti due anni preparatori presso una scuola di nursing e non meno di due anni di volontariato come aiutante.

In merito alla durata dei corsi, sono previsti tre anni per l’infermiere generale e il pediatrico, e con entrambi i titoli è possibile accedere al percorso post-base. L’impegno degli studenti si quantifica in 4600 ore, così ripartite: 1600 per le lezioni teoriche, ben 3000 da dedicare alla pratica. Il discorso varia per gli assistenti infermieri, il cui corso dura un anno, meno rigidi risultano essere i requisiti per l’ammissione al corso, per cui non è consentito loro proseguire con la formazione post-base. In compenso, però, sono agevolati qualora vogliano intraprendere i corsi di infermiere generale e pediatrico. In questo caso 1600 sono le ore da destinare complessivamente alla formazione, nello specifico: 500 per la teoria e 1100 per il tirocinio clinico. Superato l’esame di stato finale, si consegue il titolo rilasciato dalla stessa regione dove ha avuto luogo il corso e ha validità su tutto il territorio tedesco.

In Germania i percorsi di specializzazione variano molto da lander a lander, per tipologia, per numero, nonché per come vengono regolamentati dal singolo territorio, in pratica in base alle esigenze del mercato del lavoro. Solo quattro delle regioni tedesche (Bayern, Sachsen, Thuringen e Baden-Wurttemberg) si avvalgono meramente delle raccomandazioni del Dkg. Fra tutte le specializzazioni, solo per la docenza e la dirigenza è richiesto il titolo specifico, essendo le relative funzioni esclusive.

Quelli sopra riportati sono solo alcuni esempi di scenari formativi infermieristici. Se è vero che il lungo processo d’integrazione europea mira, fra le altre cose, alla coesione, puntando ad attenuare ogni differenza ancora esistente tra i vari stati membri, allora c’è bisogno di una situazione più omogenea dal punto di vista dei percorsi formativi. Sostanziale, non solo formale. Tutti noi vorremmo sentirci a pieno titolo “cittadini e infermieri europei”. Così tutelando anche il cittadino-utente del nostro servizio sanitario nazionale.