A 33 anni vorrei entrare a Infermieristica
È da diverso tempo ormai che sento forte il desiderio di cambiare vita. E lavoro. Non l’ho fatto fino ad oggi, perché ho sempre dato retta a quello che mi dicevano alcune persone a me vicine. E poi, diciamocelo chiaro e tondo: non l’ho ancora fatto per paura.
Da ragazzo sono sempre stato molto affascinato dalla figura del medico, ma poi, crescendo, varie vicissitudini della vita mi hanno fatto rivalutare molto la figura dell’infermiere.
Diventare infermiere è un pensiero che mi è cresciuto dentro un po’ alla volta, in maniera molto lenta, ma sempre costante.
Ho fatto l’errore di non ascoltarmi, ripeto, probabilmente per paura. Inutile nascondersi dietro un dito. Sono stato vigliacco.
Ho trovato presto un lavoro dopo le superiori e portare a casa uno stipendio sembrava mi potesse bastare. Sono andato avanti così, a fare un lavoro di cui non mi sono mai chiesto: “ma ti piace fare quello che fai?”
Insomma, sono andato avanti come un automa per più di 10 anni.
Un giorno poi, non so nemmeno bene come, mi sono svegliato con un senso di angoscia e ad un tratto ho realizzato che non chiedermi se quello che stavo facendo mi piacesse è stata una vera tortura nei confronti di me stesso.
Mi sono trascurato, su questa cosa e su tante altre che non sto qui ad elencarvi, e senza rendermene conto mi sono trovato ad essere una persona “parallela” a me. Non so più chi vedo allo specchio ogni mattina.
Ho realizzato di aver sedato per troppo tempo quello che a tutti gli effetti è un mio desiderio: diventare infermiere
Oggi ho 33 anni e quella paura che in passato mi ha congelato e mi ha impedito di buttarmi è ancora con me. Sono baggianate quelle che vi dicono quando “un giorno mi sono svegliato e non avevo più paura”. Baggianate.
Anzi, oggi ho ancora più paura di quanta ne potessi avere a 20 anni, perché so un po’ di più come va il mondo, leggo i giornali, mi interesso dell’ambito sanitario anche a distanza e so bene quanto l’infermiere in Italia sia bistrattato.
In più c’è la paura di ritrovarmi tra i banchi dell’università come un Matusalemme in mezzo a tanti giovani. La paura di non saper trovare un metodo di studio adatto. La paura di non essere adatto.
Tutto questo me lo porto dietro come un grosso fardello sulle spalle. Ma ho deciso che ci proverò.
Lo racconto a voi, infermieri da poco tempo o da una vita, fieri di esserlo o esausti ed esasperati. E a voi, studenti che tra poco potrei incontrare tra le aule dell’università, o a voi, aspiranti studenti che, come me, avete mille dubbi per il futuro.
Lo racconto a tutti voi e da almeno qualcuno di voi spero di ricevere un incoraggiamento; spero possiate mettere tra parentesi le cose negative e darmi una parola, fosse anche una sola, di speranza.
Luca, aspirante infermiere